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Concluso il V congresso ALOeO abbiamo intervistato, come da tradizione, i tre vincitori del VisionOttica Award. Quest’anno, i laureati che hanno svolto le tesi migliori delle nostre Università sono tre giovani professionisti: Riccardo Accardi (UniMiB) al primo posto seguito da Federico Grillini (UniFi) e Adriana Moro (UniMiB).

Il primo classificato si aggiudica una borsa di studio per un master europeo e uno stage retribuito di due mesi in un centro pilota VisionOttica; stage che spetterà anche al secondo e alla terza classificata. Vi lasciamo con le interviste dei vincitori e con un augurio per tutti i laureandi che invieranno la loro tesi al prossimo concorso.

Riccardo Accardi

“Valutazione della performance visiva in giocatori di tennis con il sistema Jet Program®”

1. Parlaci un po' di te e di come hai scelto di intraprendere questo percorso nel mondo dell'optometria; età, le tue esperienze lavorative precedenti (se le hai) erano state nel mondo dell'ottica? Sei un così detto "figlio d'arte”?

Sono Riccardo Accardi, ho 25 anni, mi sono laureato in Ottica e Optometria all'Università degli Studi Milano Bicocca con una tesi dal titolo: "Valutazione della performance visiva in giocatori di tennis con il sistema JET Program". Sono nato a Palermo e mi sono trasferito a Milano qualche anno fa per iniziare questo percorso di studi. Mi sono iscritto ad ottica e optometria nonostante non abbia avuto alcuna pressione da parte della mia famiglia per la scelta degli studi. Oltre ad essere un figlio d'arte apprezzo quanto amore, passione e dedizione mio padre mette nel suo lavoro, ed essendo anche lui un ottico-optometrista mi ha fatto capire l'importanza del servizio che l’optometrista può dare al cittadino.

2. Quali sono le tue aspirazioni future?

Post laurea sto lavorando per JET Program International, con la quale sto creando un bagaglio di conoscenze ed esperienze enormi che mi permettono al tempo stesso di mettere in campo le mie competenze e di poter continuare la formazione grazie ai diversi corsi che JET Program mette a disposizione per i suoi Trainer e Partner. Attualmente, oltre a collaborare con JET Program International, seguo un Master di 1°grado in Posturologia presso un’Università italiana.

3. Quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto a partecipare al concorso VisionOttica Award? Pensi che aver vinto i premi del VisionOttica Award sia utile per la professione che svolgerai?

Sicuramente, ad oggi, la nostra figura non è riconosciuta ufficialmente da un albo, ma dobbiamo essere noi stessi a rendere il nostro lavoro più credibile e affidabile nei confronti dell'utente e delle altre categorie. Ringrazio, ancora una volta, VisionOttica per il graditissimo premio della vittoria del VisionOttica Award e ALOeO per aver classificato la mia tesi al primo posto tra le relazioni scientifiche valutate.

4. Ti saresti aspettato di ricevere il premio?

Sinceramente la vittoria del VisionOttica Award era un obiettivo che mi ero prefissato e al quale tenevo particolarmente; sapevo che sarebbe stata una grossa occasione per indirizzare al meglio i miei interessi di crescita professionale, e così è stato. Un valore aggiunto è stato quello di poter evidenziare ai miei colleghi optometristi quanto è importante indagare e allenare visione e postura tramite test riproducibili, oggettivi e documentabili che possano favorire il dialogo con professionisti di altre categorie.

5. Parlaci un po' di come è venuta in mente la tesi che hai svolto.

Dovendo decidere un argomento interessante per la tesi, ho pensato di coniugare gli studi fatti e la mia passione per il tennis, che pratico dall'età di 7 anni. La mia tesi nasce dal tirocinio effettuato con il Prof.re Silvio Maffioletti presso il suo centro ottico a Bergamo. Durante l'attività mi riferì che a fine 2016 il Prof.re Maurizio Giannelli aveva avviato in Italia una Start Up di nome JET Program International per diffondere un sistema di testing e training specifico, oggettivo e documentabile che coinvolge le competenze motorie, mentali e posturali correlate alla percezione periferica, ai movimenti oculari, alla localizzazione spaziale, all'equilibrio, allo stato fusionale dinamico a 360° e altro. Per le sue peculiarità questo Sistema era proprio quello che cercavo, così con il Prof.re Maurizio Giannelli, direttore scientifico di JET Program International, e il Prof.re Silvio Maffioletti abbiamo creato un protocollo di testing per lo sport ad hoc per i giocatori di tennis.

Federico Grillini

“Uno studio preliminare riguardante la valutazione della soglia differenziale per la discriminazione dell’orientamento”

1. Parlaci un po' di te e di come hai scelto di intraprendere questo percorso nel mondo dell'optometria; età, le tue esperienze lavorative precedenti (se le hai) erano state nel mondo dell'ottica? Sei un così detto "figlio d'arte”?

Il mio ingresso nel mondo delle scienze della visione e dell’optometria è stato caratterizzato da scelte e motivazioni piuttosto inusuali. Scelte che, però, mi hanno portato a 23 anni ad aver chiaro quello che “voglio fare da grande”. Le origini della scelta risalgono a circa il 2013, anno in cui frequentavo il quarto anno all’Istituto Tecnico Industriale, indirizzo elettrotecnica. In quel periodo ho capito che gli impianti e le reti elettriche non facevano per me; avevo bisogno di voltare pagina una volta finiti i 5 anni di superiori. L’occasione si è presentata con il vasto panorama di corsi che offre l’Università di Firenze. In questo momento ci tengo a ringraziare chiunque sia stato a farmi avere tra le mani il libretto dei corsi della Scuola di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’UniFi, nel quale ho trovato un corso di cui non avevo mai sentito parlare. Devo, però, essere sincero: la scelta del corso in Ottica e Optometria è stata all’inizio per me un salto nel buio, non avendo all’epoca conoscenze dirette di persone che lavorassero in quest’ambito. Una forte componente della scelta è stata la mia convinzione di poter entrare in un settore che difficilmente avrebbe conosciuto crisi (in quanto, prima o poi, tutti noi avremo bisogno di un paio di occhiali, questo fu il mio pensiero reale di quel periodo). Adesso che ho ottenuto la laurea, posso dire che mai nella mia vita avevo scelto così bene.

2. Quali sono le tue aspirazioni future?

Nel corso dei 3 anni di studio a Vinci, dove si trova la sede del corso di laurea in Ottica e Optometria dell’UniFi, ho potuto apprezzare al meglio tutti gli aspetti e le sfaccettature di un programma che spazia dalla fisica della luce ai metodi e procedure più attuali dell’optometria. Come è normale che sia, però, ho anche sviluppato delle preferenze riguardo ad alcuni argomenti. Per quanto abbia ammirato le tecniche e le metodologie dell’optometria pura, sono stato letteralmente ammaliato da quella che viene chiamata Vision Science, ovvero una scienza a sé che riesce ad unire fisica, psicologia e anche optometria. Proprio per questo la mia idea primaria è quella di voler continuare a studiare nell’ambito delle scienze della visione, magari anche con una laurea specialistica all’estero.

3. Quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto a partecipare al concorso VisionOttica Award? Pensi che aver vinto i premi del VisionOttica Award sia utile per la professione che svolgerai?

Come già detto, avrei intenzione di continuare gli studi anche all’estero. Quando ho scoperto l’esistenza del VisionOttica Award e della borsa di studio messa in palio per il primo classificato mi son detto che tentare non sarebbe costato nulla. Inoltre, anche il secondo e terzo premio, con l’offerta di avvicinamento al mondo del lavoro che presentavano, erano parecchio ambiti. Mi sono classificato al secondo posto e sono adesso consapevole di avere a disposizione l’opportunità di poter lavorare fianco a fianco con esperti del settore optometrico in questi due mesi di stage a Milano. Questa opportunità mi sarà molto utile per accrescere il mio bagaglio di esperienza personale perché so benissimo che ogni tipo di conoscenza può risultare incredibilmente di aiuto nelle situazioni più disparate. Inoltre sono anche consapevole del fatto che non tutto può andare come sperato; alludo al fatto che potrei anche non continuare a studiare se non si presentano le giuste occasioni. Per questo è di fondamentale importanza mantenere aperte tutte le porte e non lasciar scivolare via nessuna ipotesi.

4. Ti saresti aspettato di ricevere il premio?

Ci speravo, certamente. Sapevo di aver fatto un buon lavoro con la mia tesi, visto che avevo già ricevuto buoni feedback dalla commissione di laurea. Vedere che il proprio lavoro è apprezzato è motivo di orgoglio personale, ma ci tengo a ringraziare ancora una volta chi mi ha indirizzato nella giusta direzione: i Professori Alessandro Farini (INO-CNR) e Roberto Arrighi (Dipartimento di Neuroscienze).

5. Parlaci un po' di come è venuta in mente la tesi che hai svolto.

Per la mia tesi non ho avuto dubbi fin dall’inizio: volevo svolgerne una sperimentale. Nel mio percorso triennale ho avuto diversi corsi insegnati da professori provenienti dall’Istituto Nazionale di Ottica di Firenze, che si è rivelato, quindi, la destinazione più ovvia per un progetto di tesi. All’INO ho trovato subito disponibilità da parte dello staff e soprattutto del Prof. Alessandro Farini che mi ha illustrato una serie di progetti che stavano per partire. Insieme abbiamo scelto di iniziare a lavorare su un progetto che prevede lo studio di come le aberrazioni che vengono prodotte dalle zone non funzionali di una lente progressiva vadano ad influenzare negativamente le performance visive di un soggetto portatore. Le performance visive sono analizzate attraverso compiti di psicofisica. Questa è la parte che mi piace di più della mia tesi: la ricerca attraverso metodi utilizzati in psicofisica e, quindi, statistici, finalizzata al miglioramento delle soluzioni ottiche attualmente presenti. Per mancanza di tempo, ed anche perché sarebbe venuto fuori un lavoro francamente eccessivo per una tesi triennale, abbiamo scelto di presentare solamente uno studio preliminare. Il mio compito in questa fase embrionale della ricerca è stato quello di reperire tutto il materiale presente in letteratura e di costruire un set-up sperimentale, sia hardware che software (tramite MATLAB e PsychToolbox), che andasse a simulare la presenza di una lente progressiva. In questo modo, una volta che avremo a disposizione diverse tipologie di lenti, potremo andare ad indagare su ciascuna e studiarne gli effetti sulla visione.

Adriana Moro

“Effetti clinici dei sistemi di manutenzione per lenti a contatto”

1. Parlaci un po' di te e di come hai scelto di intraprendere questo percorso nel mondo dell'optometria; età, le tue esperienze lavorative precedenti (se le hai) erano state nel mondo dell'ottica? Sei un così detto "figlio d'arte”?

L’ottica e l’optometria non sono stati il mio primo amore. Ho iniziato gli studi in Ortottica e Assistenza Oftalmologica, studiata presso l’Università degli Studi di Pavia, e dopo la laurea mi sono ritrovata (un po’ per caso, un po’ per fortuna) a lavorare presso un negozio di Ottica. Figlia d’arte? Assolutamente no. La passione per questo lavoro me l’hanno passata i miei colleghi (che non smetterò mai di ringraziare) e, sicuramente, l’importanza data dal mio titolare sia all’optometria che alla contattologia dal punto di vista professionale hanno creato terreno fertile. Così ho deciso di intraprendere questo nuovo percorso di studi e affrontare questa nuova sfida. Lavorare e studiare? Sicuramente impegnativo, ma credo mi abbia permesso di arricchirmi ulteriormente affiancando pratica e teoria. Così, raggiunti i 30 anni, mi ritrovo con due lauree e un lavoro di cui sono innamorata.

2. Quali sono le tue aspirazioni future?

Sicuramente la laurea conseguita non è che l’inizio. Sono dell’idea che non si smetta mai di imparare e che sia fondamentale tenersi sempre aggiornati. L’università permette di acquisire le basi, poi sta a noi approfondire determinati argomenti e continuare la ricerca. Poi, quando mi sentirò pronta, credo che proverò ad aprire una mia attività.

3. Quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto a partecipare al concorso VisionOttica Award? Pensi che aver vinto i premi del VisionOttica Award sia utile per la professione che svolgerai?

Il VisionOttica Award è stato un modo per mettersi alla prova e confrontarsi con ragazzi laureati di tutte le università d’Italia; sono dell’idea che sia sempre importante mettersi in discussione. In più, l’idea di poter vincere un master (non lo nascondo) è stato uno dei motivi che mi ha spinta a partecipare.

4. Ti saresti aspettata di ricevere il premio?

Vincere il primo premio credo che fosse l’obiettivo e il desiderio di tutti, sarebbe da ipocrita affermare il contrario; mi “accontento” comunque “della gloria e dell’onore”. Purtroppo (e per fortuna) avendo già un lavoro non usufruirò del premio di stage offerto. Probabilmente quello che mancava al mio lavoro era un’effettiva ventata di novità nel settore, pertanto meritatissimo il primo premio di quest’anno. Sono comunque molto fiera del risultato raggiunto e orgogliosa del lavoro che ho svolto con passione.

5. Parlaci un po' di come è venuta in mente la tesi che hai svolto.

Per il lavoro presentato devo sicuramente ringraziare sentitamente la mia relatrice Silvia Tavazzi, che mi ha seguita in maniera impeccabile, e il mio correlatore Matteo Fagnola. Non avevo un’idea precisa dell’argomento da trattare e con la loro guida abbiamo trovato quello che più rispecchiava i miei interessi. È stato un lavoro lungo e impegnativo che ha portato poi tante soddisfazioni.

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