Comunicati stampa

Vista la pubblicazione su b2eyes TODAY delle scritture fra le due associazioni (AIORAO e SOI), nelle quali si fa esplicito riferimento alla figura dell’optometrista, vorrei sottolineare come l’osservazione del presidente degli ortottisti, in riferimento alla nostra professione, sia assolutamente in linea con il nostro pensiero: è vero, anzi verissimo, noi optometristi ci sentiamo offesi nel profondo.

Offesi perché non abbiamo un riconoscimento formale da parte delle istituzioni; offesi per il ritardo astronomico e per l’incapacità politica attraverso i quali si sostiene una situazione ormai anacronistica che confina la nostra professione a una legge ormai obsoleta. Tuttavia abbiamo un riscontro quotidiano di efficienza e di funzionalità per la cittadinanza che sempre più gradisce i nostri servizi; ma soprattutto abbiamo una giurisprudenza che, contrariamente a quanto affermato, legittima la professione dell’optometrista e le consegna una dignità di professione che certo non può essere considerata una professione abusiva. Gli optometristi laureati conoscono bene il proprio ruolo e le proprie competenze e lo sanno ancor meglio i medici oculisti, che negli anni hanno compreso che un optometrista formato adeguatamente è un professionista alleato e sinergico e non alternativo. Ecco perché le due professioni hanno ragione di condividere iniziative come “I Mesi della Vista”.

Gli optometristi italiani sono una realtà riconosciuta dallo Stato perché dallo Stato vengono formati: sono le università italiane oggi presenti e attive sul territorio e oltre 400 gli optometristi laureati in grado di fornire servizi che solo l'optometria è in grado di fornire, grazie proprio all'alta formazione ricevuta che tutto è tranne che di basso livello. Inoltre gli optometristi laureati possono spendere il proprio titolo all’estero perché il titolo accademico è riconosciuto, sia quando devono svolgere la professione sia quando devono proseguire gli studi a un maggiore livello (master).

Certamente confidiamo in un immediato e veloce riordino, pienamente certi che possa esistere esclusivamente all'interno delle professioni sanitarie, come di fatto avviene in Europa e nel mondo. L’optometria fuori da un inquadramento sanitario sarebbe un'anomalia tutta Italiana e il ritardo che stiamo accumulando non è certo un ritardo nelle competenze e nella formazione,

Il presidente
Simone Santacatterina

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.

Ok