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La lettera editoriale di Optometry & Visual Performance di maggio mette in luce come anche in altri paesi dove l'optometria è consolidata e riconosciuta ci siano problemi burocratici e difficoltà a esercitarla senza pensieri.
In sostanza negli Stati Uniti, visto da tutti noi come un paese idilliaco per l'optometria dove possono quotidianamente svolgere la professione a 360 gradi, in realtà si stanno scontrando con problemi non di poco conto a livello assicurativo.

Il visual training per il trattamento dell'insufficienza di convergenza è rimborsabile a livello assicurativo solo se c'è giustamente una diagnosi di insufficienza di convergenza e a torto solamente se l'utente ha effettuato almeno 12 settimane di "home pencil push-up terapy" (fondamentalmente il test del punto prossimo di convergenza effettuato dalla persona interessata con una matita) ma senza ottenere risultati significativi.

L'autore della lettera ha provato a interloquire con le compagnie assicuarative ma senza risultati: quella è la prassi. Spiace che anche in paesi dove le possibilità sono di primo livello, le assicurazioni per questioni economiche (e si sa che la sanità in America non sia proprio economica per il cittadino) scelgano dei trattamenti meno efficienti, come alcuni studi hanno mostrato, piuttosto che la migliore opzione a discapito della salute dell'assicurato.

 

Abbiamo voluto condividere questa riflessione per fare presente che anche in altri paesi ci sono problemi con lo svolgimento della pratica optometrica e di non demoralizzarsi per la situazione italiana ma anzi svolgerla nel modo migliore possibile.