Abbiamo voluto indagare più a fondo sulle persone che hanno vinto il "VisionOttica Award”, tramite alcune domande che abbiamo rivolto direttamente ai vincitori. Gli facciamo un grande “in bocca al lupo", sperando di poter pubblicare il bando per il 2015 il prima possibile.
Ricordiamo i premiati:
- 1° classificato Alberto Valsecchi, titolo della tesi: Sviluppo di una nuova metodica strumentale per la valutazione del segmento anteriore dell'occhio
- 2° classificato Giuditta Ottavian, titolo della tesi: Visione e musica: confronto di abilita visuo-motorie tra pianisti e non pianisti
- 3° classificato (a pari merito): Federica Cozza, titolo della tesi: Valutazione della disparità di fissazione da lontano con monitor a polarizzazione circolare e influenza sulla stereoacuità
- 3° classificato (a pari merito): Umberto Bassi, titolo della tesi: Confronto tra lenti a contatto in materiali differenti in relazione alla funzionalità delle ghiandole di Meibonio
Tutti, a parte Alberto Valsecchi, non sono così detti "figli d’arte", e non hanno mai avuto modo di vivere sulla propria belle la bellezza, ma anche i problemi, della nostra professione.
A poco più di un anno dalla laurea (ultima data di laurea ottobre 2013) tutti hanno trovato impiego nel settore, fatta eccezione per Umberto Bassi, che ha voluto continuare gli studi accademici nel mondo della visione. Il loro sogno nel cassetto è esercitare l'optometria e la contattologia, e non sembrano molto interessati al mondo commerciale.
La sorpresa in loro è stata grande, e ritengono che sia un ottimo biglietto da visita per presentarsi nel mondo del lavoro. A breve, speriamo il più celermente possibile, l'organizzazione dovrebbe comunicare agli interessati la loro destinazione per lo stage nei centri VisionOttica scelti dall'azienda stessa: sicuramente, avendo già un'esperienza alle spalle, potranno ricavare il 100% da quest'esperienza.
Interessante, per noi del gruppo comunicazione ALOeO, è stato scoprire come è nata la loro idea di tesi: chi per passione, chi per casualità, chi spinto dal relatore, sicuramente ne è uscito un ottimo lavoro grazie all'impegno che i quattro ragazzi hanno avuto. Riportiamo, di seguito, le loro parole.
Alberto Valsecchi: "Il mio lavoro di tesi è iniziato da un’idea del tutto diversa in quanto avevo intenzione inizialmente di svolgere uno studio sull’applicazione di lenti a contatto ortocheratologiche, ma data l’infattibilià del progetto ho dovuto abbandonare l’idea.
Così un giorno, il mio relatore, con cui avevo già preso contatto per la mia precedente idea di tesi ed a cui avevo già anticipato di voler fare un lavoro impegnativo anche se mi fosse costato molto tempo, mi ha proposto di andare a valutare una struttura anatomica con un test relativamente nuovo e all’avanguardia. Così ci è venuta l’idea di progettare da zero un nuovo strumento per la valutazione della funzionalità delle ghiandole di Meibomio sfruttando la tecnica della No Contact Meibography.
Solo il lavoro di progettazione e sviluppo del nuovo strumento mi ha impiegato 9 mesi di lavoro a tempo pieno dato che abbiamo deciso di implementare delle funzionalità[...].
Successivamente ho impiegato un altro paio di mesi per esaminare più di 200 occhi per avere un’idea verosimile del funzionamento dello strumento e per ottenere un numero di campioni utili per svolgere una statistica significativa per quanto riguarda i segni e sintomi del’occhio secco."
Giuditta Ottavian: "La mia tesi, che riguarda il rapporto tra la visione e la musica, parte da un’esperienza molto personale. Dopo tre anni dall’inizio dei miei studi di pianoforte ho cambiato insegnante, e il primo docente che ho avuto non teneva molto in considerazione il mio metodo di studio, che all’epoca consisteva nell’imparare a memoria tutto il brano: questa è una tattica che, a lungo andare, rischia di essere deleteria per l’esecuzione, poiché si rischia di non avere riferimenti visivi sullo spartito e al primo errore compromettere la riuscita del brano. Con la mia attuale insegnante abbiamo fatto un lavoro lungo un anno intero perché io “disimparassi" il metodo sbagliato e capissi la bellezza e la comodità di suonare leggendo lo spartito. Anni dopo, al momento di scegliere l’argomento di tesi, ho ripensato a quell’anno di fatica e mi è venuto in mente che, forse, poteva esserci un collegamento tra come opera il nostro sistema visivo e lo studio di uno strumento completo come il pianoforte. Riuscire a far lavorare le due mani in modi diversi, basandosi su ciò che si legge, non è per niente facile."
Federica Cozza: "ll tirocinio che ho svolto nei laboratori didattici dell’Università Bicocca si è basato sullo studio della disparità di fissazione e della stereopsi, due concetti che per la loro complessità mi hanno subito affascinato.
Sul “come” affrontare questi argomenti, è stato fondamentale confrontarmi con il mio relatore, il quale mi ha proposto di valutare l’interazione di questi due aspetti della visione binoculare creando dei test stereoscopici tramite monitor polarizzato. Il mio lavoro di tesi si è quindi articolato in due fasi: ci si è prima dedicati alla creazione dei test tramite un software di grafica per essere visualizzati a monitor 3D e poi alla parte prettamente clinica."
Umberto Bassi: "Ho avuto l'occasione di poter utilizzare un nuovo strumento che era ancora in fase di sviluppo. Guardando gli studi più recenti mi ero accorto che nessuno si era ancora occupato di mettere in relazione la perdita di funzionalità delle ghiandole di Meibomio con i polimeri delle lenti a contatto. Per questo motivo ho deciso di ricercare quale materiale fosse più indicato per tutti quei soggetti che presentano drop-out ghiandolare.“